Liberalizzare il settore aereo è più importante che salvare Alitalia
Di Carlo Pelanda (17-9-2008)
Le cronache si concentrano sulle sorti specifiche dell’azienda Alitalia e sui trambusti per la sua difficile riorganizzazione. Ma per l’interesse nazionale italiano, quindi per tutti noi, sono più importanti gli aspetti sistemici di questo settore di mercato che non la sopravvivenza o meno di una specifica azienda in esso.
L’Italia ha una enorme potenziale di attrazione turistica sia stagionale
(coste e montagna) sia annuale (città d’arte e soggiorni invernali in clima
mite per abitanti dei Paesi “freddi”). Tale potenziale non è ancora così ben
organizzato da essere pienamente sfruttato, cosa che varrebbe almeno un punto
di Pil all’anno in più se ci riuscissimo, giusto per
dare un’idea della rilevanza del settore.
La priorità è il riuscirci. Ma quella collegata è l’avere sul territorio
nazionale una quantità di aeroporti e di connessioni
estere che permettano l’aumento dei flussi turistici dall’esterno, diffusi nei
territori utili, a costi competitivi. Pertanto il governo dovrebbe trattare la componente di trasporto aereo del ciclo turistico con lo
scopo di ottenere più voli, da tutto il mondo, con la possibilità di utilizzare
un’ampia varietà di scali. In un mercato liberalizzato, dove il governa tutela la concorrenza, il pensionato norvegese potrà
venire a svernare in Sicilia, se questa si attrezzasse, invece che in Spagna,
pagando meno di 100 euro il viaggio. Così dal Giappone,
pagando evidentemente un po’ di più, per visitare le nostre antichità.
Oggi la forma del mercato non è così aperta e le infrastrutture così attrezzate
per aumentare tali flussi. C’entra Alitalia? In parte. Per favorire la
compagnia di bandiera, negli ultimi anni, il sistema complessivo ha avuto delle
strozzature che hanno impedito di configurare il
mercato nel modo migliore. Per questo viene spontanea la domanda: che senso ha
tenerci una “compagnia di bandiera” se per favorirla poi perdiamo affari? Tale
domanda aveva senso per la vecchia Alitalia, ma lo ha
anche per la nuova. Pur privatizzata, se per favorirla le si
concede un monopolio di fatto su alcune rotte e la riduzione della
concorrenza per permetterle di tenere alti i prezzi dei biglietti, allora
proseguirà il danno all’interesse nazionale. Il governo Berlusconi ha fatto
bene ad impedire l’acquisizione di Alitalia da parte
di Air France perché questo avrebbe voluto dire, nonostante le assicurazioni,
spostare molto traffico turistico verso